Cantina Valpolicella Negrar: tanti e molteplici

La collaborazione con Cantina Valpolicella Negrar è iniziata nel 2009 con un libro aziendale che curai dal punto di vista sia grafico sia editoriale. Con l’ufficio marketing e comunicazione della Cantina cercammo un fil rouge che collegasse tra loro testi scritti da giornalisti e storici differenti e che parlavano dell’azienda e della sua storia, della Valpolicella e del vino con stili diversi. Proposi di pensare al libro come al racconto di un viaggio che partiva dalla terra d’origine della Cantina e si avvicinava capitolo dopo capitolo all’azienda, con pagine dal rapporto paritetico tra testi e immagini e schede di approfondimento per quegli articoli che era altrimenti difficile indicizzare con gli altri.

Da quella “impresa” è nato un rapporto di collaborazione continuativa che mi offre l’occasione di confrontarmi con ruoli e personalità differenti operanti in azienda e l’opportunità di sviluppare “oggetti comunicativi” di diversa natura (brochure, packaging, video, presentazioni multimediali, stand, segnaletica), spesso dialogando con vari realizzatori e altri designer.

Grazie a quel libro ho inoltre cominciato a conoscere una realtà imprenditoriale formata da molti soci e la sfida che rimane sempre aperta è quella di raccontarla anche attraverso i volti di questi uomini e queste famiglie che coltivano i suoi vigneti e la rendono poliedrica. Ci ho provato per esempio nel progetto di allestimento della sala degustazioni dove si alternano immagini panoramiche del territorio a dettagli della vita in vigna e in cantina.

Un’altra sfida è stata quella di progettare una scatola in cartone – seppur rivestita con carta pregiata e arricchita internamente da una mappa storica – per una preziosa collezione di vini Amarone. Nell’immaginario collettivo i vini prestigiosi sono infatti sempre abbinati a casse in legno ma per questa linea, chiamata “Espressioni” perché quintessenza espressiva dell’Amarone prodotto con uve delle cinque valli storiche dalla Valpolicella Classica, con l’ufficio marketing e comunicazione proponemmo il cartone, giustificandolo anche in termini di sostenibilità ambientale.