Antolini Vini: stare al passo con Pier Paolo!
La collaborazione con Pier Paolo Antolini e la moglie Michela, produttori di vino nel cuore della Valpolicella Classica, è iniziata pochi mesi dopo l’apertura del mio studio. Da qualche anno avevano iniziato a vendere il loro vino con etichetta propria e desideravano che emergesse la schiettezza e l’anticonformismo dei loro prodotti non solo nel bicchiere ma anche nel modo di raccontarli.
Accettata la sfida, è nato un rapporto di lavoro e amicizia che perdura e che mi permette e costringe ancora a “osare”, proporre idee scomode che non necessariamente piacciono a tutti ma che sicuramente stanno al passo con Pier Paolo, ne riflettono il carattere e il suo modo di interpretare i vini della Valpolicella. I diversi “oggetti comunicativi” creati per e con Pier Paolo e Michela si caratterizzano per il colore perché le diverse cromie parlano delle differenti componenti del vino (uomo, lavoro, territorio) e delle varie declinazioni dell’essere vino. Dei diversi progetti, ne racconto tre: la brochure, lo stand fieristico e l’etichetta per un Amarone riserva.
La brochure è stato il primo lavoro realizzato per Antolini, dal quale si è poi sviluppato il suo stile comunicativo. Nella scelta del formato ad album, della carta naturale e dei colori saturi volevamo dare forma al desiderio di Pier Paolo di raccontare i suoi vini e la sua filosofia produttiva con una voce propria e distintiva in mezzo a tanti altri produttori della Valpolicella.
Il progetto dello stand presso Vinitaly, realizzato in collaborazione con UNA Architettura, è stata una sfida perché in uno spazio contenuto dovevano dialogare e collaborare due produttori di vino, Antolini dalla Valpolicella e Sobrero dalle Langhe, simili per filosofia produttiva ma provenienti da territori, tradizioni e storie differenti. Risolvemmo il problema progettando uno spazio ibrido, fruibile dai due produttori in diversi modi e a seconda delle situazioni. Anche il corredo di immagini proposto alternava quelle di Antolini a quelle di Sobrero così da non creare aree specifiche per una delle due cantine. Scegliemmo il bianco come colore di fondo per dilatare le esigue dimensioni del luogo e creare uno sfondo neutro dove emergessero e parlassero le immagini. Unica eccezione, il viola del bancone per le rapide degustazioni, a richiamare il colore del vino.
“È tempo di Ca’ Coato” è il nome dell’Amarone Ca’ Coato venduto in numero limitato da Pier Paolo dieci anni dopo la vendemmia e selezionato solo in occasione dei migliori raccolti. Per questa edizione speciale, ho creato una serie di etichette numerate legate a quelle del suo Amarone canonico solo attraverso la gamma cromatica del blu. Per l’edizione 2010 ho elaborato 3 versioni con 3 declinazioni dell’essere blu mentre per la 2011 un’unica versione con tenebre blu che dialogano con sprazzi di luce come durante l’aurora.